La prima riflessione progettuale ha riguardato le qualità estetiche e sensoriali dell’ambiente. Queste ultime, infatti, sono in stretta empatia con il modo di apprendere dei bambini.

Si è ritenuto opportuno, pertanto, dare spazio alle soft qualities, ovvero a quel sistema ambientale composto da COLORI, FINITURE, SEGNI, ARREDI, che genera la qualità e l’identità di uno spazio.

Nel progetto cromatico, basato sulla letteratura di settore, confluisce lo studio dei fenomeni legati al colore, in base al quale i colori sono applicati “per quel che servono”e non “perché piacciono”, in modo funzionale e non estetico.

Il progetto è stato finalizzato al benessere psicofisico dei piccoli utenti in un ambiente che fornirà gli stimoli adatti e permetterà loro di trovare la necessaria concentrazione e attenzione per svolgere al meglio tutte le attività che dovranno affrontare.

Principi dell’ergonomia visiva, scelta di colori psicodinamici, colori che fanno da complemento alla natura estroversa del bambino riducendo ansia e stress, comprensione dei bisogni del bambino: tutto ciò è la psicologia del colore.